Londra, è cosa nota, può essere un luogo estremamente pericoloso. Anche per chi, come il sottoscritto, predilige da tempo la filosofia less is more. Intelligenza suggerirebbe quindi di non frequentare certi luoghi per non incappare nel trappolone dell’acquisto compulsivo-letterario. Ora, delle due l’una: 1) l’intelligenza non mi appartiene 2) sono un uomo dallo spiccato sprezzo del pericolo, praticamente un supereroe. Fatto sta che tanto per cambiare mi sono infilato nel cuore del peccato: il reparto “travel writing” di Foyles, libreria fondata nel 1903 con il suo flagship store in quel di Charing Cross Road. Luogo mistico. Dopo innumerevoli conflitti con me stesso e con il mio portafogli, sono riuscito nell’intento di limitare a due la somma degli addendi con cui presentarmi alle casse: una recentissima uscita di colui che è forse il mio scrittore di viaggio preferito (Bill Bryson), e una di poco precedente (con foto di Steve McCurry) di mister Paul Edward Theroux, per gli amici Paul Theroux. Chissà che non riesca anche a trovare il tempo di leggerli e di consigliarne o meno la lettura. E da Londra è tutto, la linea torna allo studio.
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