E fu così che, fresco di Capodanno, un bel mattino di gennaio m’imbarcai per San Pietroburgo. In tasca una stampata del mio primo visto elettronico per la Russia, novità cosmica autunno 2019 per 53 paesi, Italia ed Estonia inclusi. Problema: il visto elettronico è utilizzabile solamente attraversando la frontiera (Estonia-Russia) in auto o in bus. Per quale motivo non si siano attrezzati per controllare l’e-visa anche viaggiando in treno, il mezzo più comodo per raggiungere San Pietroburgo da Tallinn -, mistero della fede. E così, grazie alla gentilissima collaborazione di Air Baltic, l’iperattiva compagnia di bandiera lettone, via che si vola comodamente a Riga, e da qui a San Pietroburgo (voli diretti per l’ex Leningrado da Tallinn non ne partono). Parentesi tonda: dal prossimo 30 marzo Air Baltic collegherà due volte la settimana Tallinn e Roma. Tanta roba.
Chiusa parentesi tonda e torniamo a noi. A questo punto i nostri piccoli lettori si staranno certamente chiedendo: che ci è andato a fare il Forlani a San Pietroburgo alla vigilia del Natale ortodosso? La risposta si chiama Bell’Europa – uno dei mensili con cui lavoro da tempo immemore e con piena soddisfazione. Che in previsione di un articolo seminatalizio sulla città degli zar in previsione per il prossimo inverno, mi ha dato il via libera per una gita in Russia. Olé. D’inverno, a dire il vero, ne ho trovato ben poco (faceva più caldo che a Milano). E quello che ho trovato è durato una ventina di minuti: fortuna vuole che fossi nel posto giusto (piazza del Palazzo) al momento giusto (nevicata epocale, peccato sia sciolto tutto in meno di mezz’ora), e così, qualche scatto gogoliano me lo son portato a casa. Ah, ho anche pagato un tizio vestito da Lenin per posare davanti all’incrociatore Aurora, ma questa è un’altra storia.
Ciò che conta è che dopo il dovere arriva il piacere. In questo caso sotto forma di una clamorosa mostra in corso fino al 19 gennaio (praticamente domani) negli spazi del Manege. Chiamasi Manege l’ex maneggio delle Guardie a cavallo imperiali, affacciato a Piazza Sant’Isacco. La mostra in questione ha un titolo: Deineka / Samokhvalov. E Deineka e Samokhvalov hanno un nome: Alexander. Entrambi sono passati a miglior vita da un pezzo, ed entrambi sono artisti leggendari di c’era una volta l’URSS. Il primo si aggirava dalle parti di Mosca, il secondo di Leningrado. La mostra, curata da Alexander Samokhvalov, si aggira invece lungo sei temi: guerra, pace, lavoro, sport, eroi e bambini. Ed è uno spettacolo: trecento opere da trentasette musei e nove collezioni private. Dipinti, grafiche, sculture, schizzi, fotografie…. roba da starci mezza giornata.
Sfortuna vuole che avessi solo un paio d’ore prima di dover correre in aeroporto per tornare a casa. La faccenda veramente triste è che non ci fosse un catalogo su cui mettere le mani. O meglio, c’era ma… con l’obbligo di acquistarlo in sandwich con i cataloghi delle due mostre precedenti, al modico prezzo di 750 rubli sonanti. Che per i non informati sul cambio attuale… fanno circa 110 euri. Dico, ma siamo fuori di melone? Meno male che con il fido aifon sei ho messo in saccoccia una cinquantina di scatti di Deineka e Samokhvalov. Che per mancanza di tempo e di spazio riassumo in una quindicina. Buona visione!
DEINEKA E SAMOKHVALOV: LA GALLERY